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al testo di Cristina Polli
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Al confine dello sguardo dietro la spalla mi appare la Perdita dal volto diafano. Inevitabile e innocente dilaga oltre il limite precario della fila d'alberi che additi e sparge il suo candore tra i passi, le voci che si inseguono, le finestre che si aprono e si chiudono, le chiavi girate nelle porte, la fila davanti alla cassa, le foglie dei platani che rincorrono le stagioni. Noi, per scommessa e preghiera, alitiamo sulla creta del sogno e scorriamo le dita a incidere segni di passaggi letture da tramandare per resistere.
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